Monte Piana - A Farewell to the Arms

Monte Piana - A Farewell to the Arms

Aggiungo qui la descrizione, già pubblicata su mtb-forum.it, di un bellissimo giro in bici fatto il 26 ottobre 2013.

Lungi da me tentare alcuna concorrenza ai mostri sacri del forum, ma questo è il mio personale contributo al giro, con un po' di fotografie senza nuvole, alberi gialli e con l'asfalto ridotto al minimo.

Partenza dal Lago di Landro con alberi verdi e gialli, rocce bluastre e cime innevate che fra qualche mese saranno il paradiso di sci-alpinisti e free-riders.
Piz Popena e Cristallo visti dal Lago di Landro.

Approfittando del basso livello del lago ne approfitto per lambirlo e raggiungere il sentiero che corre ai piedi del Monte Piana, pedalata dopo pedalata arrivo al Ponte de ra Marogna, ex confine di stato (ora confine regionale) la cui posizione, molto lontano dallo spartiacque, ha fatto sorgere una leggenda che valorizza le ingegnose Cadorine a danno dei pusteresi.
Cristallo visto dal Ponte de ra Marogna.

Una foto e su verso Misurina. Dato che sono solo provo ad accorciare i chilometri d'asfalto, la salita è ripida ma si lascia pedalare. Arrivo alla torbiera di Misurina, dove le brume lasciano intravedere le Marmarole tanto care (Ode al Cadore, Carducci 1892)
Torbiera di Misurina.

(si vede anche la cima dell'Antelao, anch'esso tanto caro a "qualche" Vecellio)
Arrivo al lago di Misurina, condivido il panino con le paperelle, e noto che non c'è NESSUNO attorno al lago (estremamente raro). Ne approfitto per fare una pedalata sul lungolago e farmi scaldare dal sole.
Salgo sotto la funivia per andare a raggiungere una comoda mulattiera che mi fa evitare un po' di asfalto ed immortalo l'obbiettivo di giornata: il monte Piana
Lago di Misurina e Monte Piana.

La strada a zig zag venne utilizzata nel 1957 per girare alcune scene del kollossal hollywoodiano "Addio alle armi". LINK (dal 1:30 a 3:50).

Proseguo ed arrivo presso il lago d'Antorno, dove la brina fa luccicare l'erba.
Tre Cime di Lavaredo in autunno.

Alcune scene del film Ladyhwke vennero girate proprio in questa zona proprio per cogliere il colore dei larici autunnali. LINK (da 4:05).

Dopo essere passato per la forcella bassa e la forcella alta mi immetto nella strada di Monte Piana, strada vietata a velocipedi con angolo sterzo molto aperto e carter di protezione della catena
Divieti sulla strada di Monte Piana. (in foto Cima Mosca, Punta Elfie e Cristallino di Misurina)


Per fortuna non ho né l'una né l'altra...
(evitare come la peste questa salita in estate, adesso non ci sono navette ed il rifugio è chiuso)

Proseguo ed un albero dorato mi permette di fotografare le Tre Cime e la Croda dei Toni senza che si veda la strada
Tre Cime e Croda dei Toni.

in cima qualche foto autoreferenziale
Sul Monte Piana, sullo sfondo la Croda Rossa.
Sul Monte Piana, fra reperti bellici, letterari e paesaggistici.

Ingollo un panino presso la piramide che venne costruita per celebrare l'arrivo del grande poeta Carducci (all'epoca non c'era la strada...), durante le fasi iniziali della prima guerra mondiale l'esercito italiano la usò come baluardo.
Scendo verso la forcella dei castrati ed abbasso subito la sella ... non si sa mai. vedo che il sentiero percorre una fotogenica cengia, ma sono da solo e sono un alpinista (scarso); inoltre non ci sono cavi di protezione, non che mi interessi la protezione, quanto il gusto di toglierli in fotosciop. Quindi rialzo la sella e parto verso la cima di Monte Piano.
Con un sentiero molto bello e veloce (e corto) mi porto verso N, scavalco qualche trincea e riesco a raggiungere la cima. da lì scendo qualche scaletta (nuova) con la bici in spalla e trovo l'arrivo di una teleferica dell'esercito austroungarico, i materiali venivano scaricati su carrelli rotabili (tipo Decauville)
Galleria sul Monte Piano.

Percorro quindi un sentiero in cengia, essendo all'ombra è meno fotogenico, quindi mi pesa meno il non poter fotografare. Ultima foto alle Tre Cime,
Lavaredo.

e giù su ghiaino mobile, sassi radici e tornantini. Alcuni tratti a piedi, ma per la maggior parte del percorso ci si diverte e la bici fila che è una meraviglia.
Ma ciò che ha un inizio ha anche una fine, arrivo in val Rinbianco e guardo da dove sono sceso.
Segnaletica in val di Rinbianco.

Dal basso il sentiero è invisibile. Meglio così.

Proseguo per la valle di Rinbianco, nei tratti in ombra la brina si è sciolta, ma ha lasciato i sassi bagnati e viscidi, alcuni punti sono esposti e preferisco fare qualche altro tratto a piedi. Attraverso la Rienza ed la parte tecnica è finita. Il percorso è una strada sterrata larga e mi deposita davanti al parcheggio.
Una gran mattinata...

P.S.
Traccia gps qua.

Commenti